RITORNA AI RITRATTI ➜
Ogni anno il laboratorio di fotografia intraprende un percorso, una riflessione che diventano immagini capaci di raccontare.
Così è stato anche quest’anno… Nessuno però avrebbe mai potuto immaginare quanto stava per accadere… Così quello che all’inizio decidemmo di trasmettere, oggi, messi sotto scacco tutti noi dalla pandemia, assume un valore ancora più autentico e profondo. Si decise di raccontare l’essenza, vorrei dire l’anima della scuola: gli studenti. Preferisco chiamarli ragazzi! Restituire il senso di appartenenza attraverso i loro volti, gli sguardi, le espressioni del momento. L’essere e il sentirsi parte. Parte di un unico corpo. Corpo che ha un nome proprio: “Franchetti-Salviani”. Accadde che in un attimo “distanziamento sociale” divenne per tutti la parola d’ordine! Nel tempo di un istante, la scuola fatta di ragazzi che vivono gomito a gomito, non esisteva più. Come una vecchia fotografia diventava immagine sempre più sfocata e lontana… Nel tempo di un lampo quegli sguardi e quei volti sono diventati memoria di tutto ciò che resta della scuola e potente sintesi della sua forza educativa. C’è una canzone di De Gregori che nel titolo esprime pienamente questo significato:
“La storia siamo noi”.
Quale soggetto si può rivelare dietro queste parole, nel contesto scuola, se non i ragazzi! La storia sono loro… Provate a pensarla oggi la scuola, immaginate di fare un giro per i corridoi, le aule, il cortile nel momento dell’intervallo, al cambio dell’ora…! Silenzio e vuoto. Non pulsa niente, non scorre sangue in quel corpo.
La storia sono loro…
I ragazzi, che immagino proprio come sangue, linfa vitale, che scorre e fa vivere, che alimenta, muove e incanta.

Michele Garzi